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    INTERVISTA A William Voelkle SU BERGAMONEWS
    INTERVISTA A William Voelkle SU BERGAMONEWS
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    Rari e splendidi: i tarocchi viscontei della Morgan Library di New York

    The Blank ha intervistato per Bergamonews.it William Voelkle, Senior Research Curator del dipartimento di manoscritti medievali e rinascimentali della Morgan Library.

    Ogni anno l’associazione culturale The Blank Contemporary Art organizza The Blank ArtDate, un appuntamento della durata di tre giorni dedicato all’Arte Contemporanea ed animato da numerosi eventi fra cui mostre, studio visit, talk, apertura di dimore storiche e collezioni private.

    La sesta edizione di ArtDate è contraddistinta dalla creazione di un percorso narrativo fra uno spazio espositivo e l’altro. Minimo comun denominatore “Il castello dei destini incrociati”, breve romanzo fantastico di Italo Calvino pubblicato nel 1969 nel volume “Tarocchi – il mazzo Visconteo di Bergamo e New York” e illustrato tramite la carte dei tarocchi di Bonifacio Bembo, parzialmente conservate alla Morgan Library & Museum di New York.

    The Blank: Le carte dei tarocchi conservate presso la Morgan Library sono legate alla corte milanese del XV secolo dei Visconti e degli Sforza. Come sono arrivate queste carte a New York?
    William Voelkle: Le 35 carte furono acquistate da Pierpont Morgan per mezzo della ditta antiquaria parigina Hamburger Freres nel 1911.

    TB: Quali sono le caratteriste specifiche che distinguono il mazzo Visconti-Sforza dagli altri mazzi di tarocchi viscontei?
    WV: Il mazzo Visconti-Sforza è diverso in quanto è stato realizzato per una coppia, ossia per Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza, il cui fidanzamento (1432) e matrimonio (1441) decretarono l’unione delle due famiglie, i cui emblemi sono rintracciabili nelle carte. Questo mazzo è il più completo tra i più antichi dipinti a mano ancora esistenti (solo quattro delle 78 carte sono andate perse). Dal punto di vista artistico il mazzo è considerato tra i più belli in assoluto.

    TB: Quale può essere stato il loro utilizzo? Esiste una connessione tra il loro stato di conservazione e l’uso che è stato fatto di queste carte?
    WV: Le carte furono realizzate come gioco per la nobiltà, e non risulta che esse siano state usate per prevedere la fortuna prima della fine del XVIII secolo. Le carte mostrano segni di usura e in particolare certi colori, come i verdi ed alcuni bianchi, risultano sfaldati. Alcune carte sono attribuite ad una mano artistica differente ed è stato perciò suggerito che esse possano essere carte sostitutive.

    TB: La Morgan Library è uno scrigno di tesori preziosi per l’appassionato di miniature medievali e di tarocchi. È possibile per il visitatore entrare a contatto con i tarocchi? In quali occasioni vengono esposti?
    WV: Il patrimonio della Morgan Library è vastissimo, e non è possibile mostrarlo se non un una piccola sezione per volta. Attualmente quattro carte sono in esposizione della Sala Est della biblioteca, e tra qualche mese saranno sostituite da un altro gruppo di quattro.

    TB: In una collezione di manoscritti prestigiosa e vasta come quella della Morgan Library che valore rivestono i tarocchi viscontei e quali generi di studi ruotano attorno ad essi?
    WV: La Morgan Library non possiede una collezione di carte da gioco, ma Pierpont Morgan fu probabilmente attratto da questo particolare mazzo per la sua provenienza, la rarità e la bellezza. John Pierpont Morgan Jr., figlio di Pierpont Morgan conosciuto anche con il nome Jack, acquistò un cofanetto in cuoio del XIV secolo nel quale conservare le carte ed esso è esposto sul tavolo dello studio nella Sala Ovest. Il cofanetto è decorato con scene di coppie intente a giocare a scacchi e a scambiarsi cuori e anelli. Sappiamo con certezza che Pierpont praticava nel suo studio il suo gioco preferito, quello del solitario. L’eroe d’infanzia di Pierpont era Napoleone, che pure giocava a solitario…

    TB: In relazione a questa edizione di ArtDate l’arte contemporanea comunica con un’iconografia antica e preziosa quale quella dei tarocchi, ispirandosi ai racconti di Italo Calvino raccolti nell’opera “il castello dei destini incrociati”. Qual è, a suo parere, il vantaggio offerto da quest’operazione di riscoperta e ri-attualizzazione di valori, immagini e simbologie antiche?
    WV: Italo Calvino ha di certo mostrato che le carte possono anche essere usate come base di un metodo narrativo intelligente e fantasioso, riconoscendo che le stesse carte sono in grado di evocare una varietà di storie differenti.

    TB: Italo Calvino nel suo racconto “Il castello dei destini incrociati” si è concentrato sulla dimensione iconografica dei tarocchi. Oggigiorno i tarocchi sono considerati principalmente per il loro valore simbolico e profetico. All’epoca della loro creazione, quale dimensione (ludica, iconografica, simbolica, materiale etc.) era maggiormente presa in considerazione?
    WV: Micheal Dummett e altri studiosi hanno mostrato come l’interpretazione occulta delle carte dei tarocchi si sia originata verso la fine del XVIII secolo, in particolar modo a partire dal lavoro di Antoine Court de Gebelin (1781), che collocò l’origine delle carte dei tarocchi nell’antico Egitto, affermando che il mazzo altro non era che un resto dei mitici Libri di Thot. A seguito furono ovviamente creati dei mazzi di tarocchi che prendevano in considerazione quel genere di iconografia. Per la verità tali letture esoteriche sono ancor oggi molto vitali e, ironicamente, hanno dato ai mazzi di tarocchi del XV secolo una fama della quale non avrebbero potuto altrimenti godere. Le tematiche che si ritrovano sulle carte del XV secolo sono certamente quelle che erano familiari all’epoca ed incorporavano la conoscenza culturale generale della nobiltà.

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