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    Dear Betty: run fast, bite hard!
    Dear Betty: run fast, bite hard!
    [= Dear ===== Betty === run ===== fast == bite ==== hard == =]
    GAMEC – GALLERIA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
    13.05.16 - 24.07.16

    A cura di Lucrezia Calabrò Visconti

    Opening: Venerdì 13 maggio, ore 19.00

    Via San Tomaso, 53 Bergamo



        [== LINK ==]

    “Dear Betty” è il titolo di un dipinto di Umberto Boccioni del 1909 che ritrae Betty, l’amata cagnolina dell’artista, accucciata su un sofà (La Cara Betty, conservato nella collezione permanente della GAMeC). Il soggetto domestico e lo stile disciplinato del ritratto appartengono a una sensibilità pre-futurista, lontana dai dettami macisti, entusiasti del progresso tecnico e esaltati da guerra e velocità leggibili nel coevo primo Manifesto del Futurismo – tanto che il dipinto è spesso stato fonte di disappunto, se non di imbarazzo, nella rilettura accademica dell’intera produzione dell’artista.

    “Run fast bite hard” (corri veloce, mordi forte), pur sembrando una proposta in pieno stile futurista, è l’incitazione che Donna Haraway, celebre filosofa legata alle tecnoscienze contemporanee e alle teorie cyber-femministe, prende in prestito dallo sport canino Schutzund come nuovo slogan per vivere sull’orlo della guerra globale: la proposta è quella di guardare alla co-evoluzione tra uomini e cani come un manifesto etico e politico per ripensare il rapporto tra cultura e natura, tecnica e animalità, potere dominante e “significant otherness”.

    Dear Betty: run fast, bite hard! è l’arbitraria ricostruzione, nello Spazio Caleidoscopio di GAMeC, dell’ipotetico rapporto tra Umberto Boccioni e il suo cane, le cui voci si alternano e sovrappongono in una installazione video temporizzata. Ne risulta un complesso organismo cinematico, un cervello quasi autonomo che tocca un punto di singolarità, ovvero quel momento in cui l’intelligenza artificiale supera la capacità dell’uomo, così che animale, umano e tecnologico si fondono in un tecnoanimismo inconscio e immersivo.

    I video di Dear Betty: run fast, bite hard! propongono narrazioni dialettiche, viziate dall’esasperazione di cliché storico-politici di genere e specie, ma pronte a sradicare gli ecosistemi in cui questi si sono evoluti, a partire dal futurismo per arrivare alle nuove forme di colonialismo. I traguardi e le contraddizioni di queste narrazioni si intrecciano e confondono, oltrepassando il mito della supremazia culturale quanto i dettami del riduzionismo biologico, alla ricerca di un’alleanza e di una strategia di resistenza tra le specie escluse dalla tecnocultura dominante.

    Immagine: Ivan Argote, “Two 50 years old white males having emotions” 2013 Courtesy of the artist and Galerie Perrotin, Paris

    © THE BLANK 2024
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